La dottoressa Viviana Antonella Pacucci ha recentemente partecipato all'ultimo Congresso EULAR grazie ad un finanziamento del gruppo italiano LES. Il Congresso Annuale dell'EULAR (European Congress of Rheumatology) si è tenuto a Madrid dal 12 al 15 Giugno 2013. Le comunicazioni orali presentate avevano come principale argomento di interesse la ricerca di nuove strategie terapeutiche sia per quando riguarda le manifestazioni renali in corso di LES. Anche quest’anno sono stati riportati i risultati degli studi sul Belimumab (Benlysta), ed è stato sottolineato come al giorno d’oggi si debba ambire ad una terapia “personalizzata” dei pazienti con Lupus che tenga conto delle diverse manifestazioni cliniche e della differente positività degli autoanticorpi. Scegliere il farmaco giusto per il paziente giusto. I nuovi farmaci proposti (Epratuzumab, Blisibimod, Laquinimod, Navitoclax) sono soprattutto farmaci biologici, ossia farmaci di nuova generazione studiati per agire soltanto su una singola molecola (che può essere una proteina, una molecola dell’infiammazione, un recettore o anche una sequenza di DNA). Per ottenere tale traguardo si è pensato di usare le difese del nostro organismo, e cioè gli anticorpi, modificandoli in modo tale da renderli capaci di riconoscere come “aggressori” le strutture malate o le proteine coinvolte nel processo patologico. I farmaci presentati sono tuttavia ancora in fase sperimentale, alcuni su modelli murini, altri già in fase di sperimentazione umana, come ad esempio l’Epratuzumab ed il Blisibimod, farmaci che, come il Rituximab ed il Belimumab, riconoscono come bersaglio i linfociti B, cellule chiave nella patogenesi del LES. Grande interesse è stato rivolto verso Blisimimod, sia per il meccanismo d’azione, capace di contrastare l’effetto di un fattore di sopravvivenza per le cellule B, stessa molecola inibita dal Belimumab, unico farmaco biologico approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco per i pazienti affetti da LES, sia per l’innovativa via di somministrazione sottocutanea. Un’altra sessione è stata dedicata agli aspetti patogenetici della malattia: si è discusso del ruolo dei linfociti B e di alcune citochine (molecole infiammatorie) come l’interleuchina 21 e 33 nello sviluppo del processo autoimmune. I risultati di tali studi potranno essere utili per portare alla luce alterazioni del sistema immunitario, ad oggi ancora poco note, che possano indirizzare verso nuove strategie terapeutiche.
Inviato da carlo-venerdì 11 ottobre 2013 - 17:22:24 Commenti disabilitati | |